27 giugno 2014

"Aipim frito" (o mandioca fritta)

Sapete da quanto tempo sono nell'emisfero sud? Non ci credo neanche io ma, incredibilmente, è già passato un anno. È passato davvero troppo in fretta. E la sottoscritta naviga ancora in quel mezzo suppergiù, che non riesce a scrollarsi di dosso. Magari vi chiederete cosa vuol dire tutto questo preambolo di frasi quasi in incognito. La risposta (forse!) è un insieme di tante idee nella testa e pochi fatti compiuti. Ho come la sensazione di aver "perso tempo" (ma so che in realtà non è stato affatto tempo perso!) a rimettere in piedi una mia nuova quotidianità in questo "angoletto" di mondo che, per fatica pigrizia o reale mancanza di tempo, ha fatto si che tante idee sono solo rimaste tali. Per esempio, in questo blog, avrei voluto leggere, scoprire e scrivere di più su alimenti e ingredienti tipici della cucina brasiliana, scattare più foto, annotare più immagini...ma forse sono solo sensazioni e posso rimettermi "in riga".
Cosí oggi scrivo due righe su un pilastro della tradizione culinaria brasiliana: la mandioca. La mandioca è una radice tuberosa, che ha una buccia ruvida e legnosa, e una polpa bianca...ho iniziato un paragrafo da naturalista fallita! Ahahah! In Brasile la mandioca ha una miriade di nomi differenti. Di regione in regione può essere chiamata in differenti modi: aipi, apim, macaxera, macaxeira, mandioca doce, mandioca mansa, castelinha, maniva, maniveira, pão-de-pobre, uaipi...non so neanche se sono riuscita ad elencarli tutti. Naturalmente esistono mooolte varietà di mandioca. Comunque, la cosa che più mi incuriosice è l'enorme varietà di prodotti che è possibile ottenere con questa radice. È usata nella preparazione di bevande, torte, gelati, fritti, salse...la trovate intera, a pezzi, in farina, in polvere...insomma una quantità spaventosa e quasi infinita di derivati. Oggi scrivo su una delle preparazioni in cucina più semplici e immediate: la versione fritta. Per una non-amante dei fritti, come la sottoscritta, questo "post fritto" è davvero una novità. Ma lo "aipim fritto" è proprio un classico da bar-ristorante, un po' la versione brasiliana (o almeno carioca) delle classiche patate fritte. Per me, in realtà, una versione migliore. Ma i gusti sono gusti...
Da queste parti, se vi incontrate in un bar (o boteco) con gli amici per una birra e volete spiluccare qualcosa tutti assieme, uno dei piatti più economici e rapidi da ordinare è proprio l'aipim frito. Normalmente servono un piattone da sistemare al centro del tavolino, e piattini con forchette per tutti. Spesso l'aipim frito è servito con formaggio fuso o bacon, ma esistono molte versioni differenti.

Considerando che è una ricetta senza ricetta, non ci sarebbe bisogno di scrivere ingredienti e preparazione. In realtà annoto una lista di consigli!

Ingredienti 
- Aipim (o mandioca)
- olio per friggere
- sale

Sbucciare l'aipim e lavarlo bene. L'impresa della "pelatura" non è affatto semplice. Dovete munirvi di pazienza e martello (non scherzo!). Quindi se lo trovate nella versione già sbucciata partite avvantaggiati. Da queste parti lo vendono nei mercati in pratiche buste di plastica trasparenti (quelle del freezer, per capirci) in ammollo in acqua. Quindi tagliarlo in pezzi grandi e lavarlo di nuovo.
Cuocere i pezzi di aipim in abbondante acqua bollente (o, se preferite, anche in brodo con una noce di burro, questa sarebbe la preparazione classica), dovrà rimanere intero e morbido (tipo patata bollita). Scolare. Se necessario privarlo della radice centrale o dell'eccesso di fibra, e tagliarlo a pezzi (devono essere piú grandi delle classiche patate fritte). Friggere in abbondante olio bollente. Seccare su carta assorbente. Spolverizzare con un po' di sale prima di servire.

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